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Gli antichi mulini tra Reno e Panaro

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Mulino del Notaro (Tolè)
 

Preleva le acque dalla riva destra del torrente Ghiaia, che da qui in poi prenderà il nome di Samoggia, attraverso un breve canale che alimenta la botte; poi un lungo tunnel sotterraneo passa sotto l’aia e raggiunge il locale delle turbine.
 Nel 1517 un certo Battista Domenicelli con il figlio Matteus e i nipoti “… habet tenet et possidet … petiam terre … in loco dicto il campo del mollino … juxta rium Samodie….” e poi “Iacobus Bonanus Gausparo … habenttenent et possident … petiam terre vidate sterpolate et ruinose cum uno mollendino … murato etcopato … in loco dicto a ca di mili juxta rium Samodie …”. Mentre nel 1540 “Ambrosius NeriusMatteus … habent et possident infra bona … una petiam terre vidate et ruinose sterpolate cun uno molendino murato e copiato a palea … in loco dicto a casa de i mille juxta rium Samodie". Le notizie in cui compare ufficialmente il nome del mulino risalgono agli estimi del contado di Vergato del 1775. Il molino fu poi acquistato negli anni sessanta da Angelo Martini e dalla moglie Veneranda Sola da un’asta fallimentare del tribunale. Il sig. Martini condusse l’attività di mugnaio fino al 1992, anno della sua scomparsa, mentre la moglie Veneranda portò avanti ancora per un certo periodo il mulino poi si rassegnò solo all’uso personale e didattico.
(cit. ADA Emilia Romagna)

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